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Bollettino N° 25 - 15 Maggio 2017


COSA SIGNIFICA OSPITARE IL SANTO PADRE

Don Joshua Megeh Otieno (Kenia), studente della Facoltà di Comunicazione Istituzionale


Joshua Otieno

La visita del Santo Padre in Kenya è stata una benedizione sia per la nazione che per la Chiesa. Tutti attendevano il suo arrivo come se fosse una risposta alla preoccupazione internazionale sui problemi religiosi e sociali del paese, e tutti erano emozionati per la visita del Santo Padre, più di 20 anni dopo quella di Papa san Giovanni Paolo II nel 1994. Mi è sembrato che il sentimento del popolo keniano fosse simile a una domanda in attesa di risposta: “Cosa significa oggi ospitare il Santo Padre”? Per quanto riguarda il lavoro di comunicazione con i media, ho avuto parecchie opportunità. Ho fatto l’interprete per P. Federico Lombardi e Matteo Bruni, che accompagnavano i giornalisti durante il viaggio. Il mio incarico principale consisteva nell’accompagnare il “portavoce”, aiutando il pubblico a capire più profondamente il messaggio che il Santo Padre in varie occasioni comunicava alla gente, in un linguaggio più semplice. Era una missione nella quale mi sono trovato a mio agio, tanto che questo lavoro è diventato il mio nuovo sogno.

Quando ci occupavamo dei preparativi per l’arrivo del Papa, mi fu detto che avrei lavorato con Federico Lombardi. Per me era un grande nome… era come se andassi incontro a una montagna! Invece, ho incontrato un uomo con i piedi per terra che parlava lentamente e con semplicità. Ogni volta che ha comunicato o spiegato le parole del Santo Padre, ha mostrato un profondo legame con il messaggio del Papa, tanto che non sembrava comunicare semplicemente le parole di qualcun altro, ma le sue convinzioni.

Quando sono stato ordinato diacono, da subito ho ricevuto il mio primo incarico pastorale: un mese di tempo per mettere su un sito web per la nostra diocesi. Ciò che avevo in mente era come la gente ci vede quando sente parlare della diocesi, come vi si relaziona nella vita quotidiana? Perciò, quando ho visto P. Lombardi, ho detto subito “È così che dev’essere”! Il modo in cui le parole uscivano così chiaramente dal suo cuore faceva sembrare che fosse ancora il Santo Padre a parlare alla gente. Questa era l’idea alla base della nostra rivista e del nostro sito internet. P. Lombardi, con il suo modo particolare di fare le cose, mi ha ispirato in questa iniziativa. La comunicazione istituzionale appresa alla Santa Croce mi ispira invece in senso più ampio.

Una mia convinzione personale è che i nostri sogni divengono reali quando ci leghiamo ad essi e li perseguiamo con forza. Sognavo di fare comunicazione quando ero in Seminario. Chiesi al Vescovo: “Abbiamo un sito internet? Altrimenti come comunichiamo con il mondo esterno? Rispose: “Ok, ok aspetta… che ne pensi di farlo tu”? Questo accadeva 5 anni prima della mia ordinazione.

papa in KenyaAvevo un crescente interesse a fare riprese con la videocamera in Seminario. Qui mi è stata data l’opportunità di crescere con progetti come il sito internet rivolto a quanti non comprendono il significato della Chiesa o la stampa di una rivista. Il Vescovo mi disse: “Padre, come te la cavi con queste cose”? Facevo le foto, scrivevo gli articoli, mandando poi questi scritti a correttori di bozze, facendo tutto il lavoro editoriale. E ricontrollavo ancora i testi prima di pubblicarli. Poi andavo dai parroci a chiedere se i preti volevano copie. Il Vescovo mi chiedeva come facessi, e io rispondevo “con convinzione”. Quando sei convinto e la tua convinzione è il fondamento di tutto quello che fai, riesci a fare bene le cose. Anche una produzione preliminare – decidere cosa ritoccare, cosa fare, i siti internet, Facebook, Twitter, la rivista, ecc. – implica lavoro. Ti può costare molta fatica ma quando se convinto di qualcosa che è buono, lo Spirito diventa la sua fonte, e se pensi di essere tu la causa, e non lo strumento, allora hai perso.

Ogni persona che lavora nel campo della comunicazione dovrebbe avere un sogno. Il mio sogno è questo: portare al mio popolo la cultura della comunicazione, l’abitudine a informarsi, non perdere di vista la meta di una continua istruzione. Questa per me è la sfida.


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