Dopo sei anni di missione a Calcutta (India), alla fine del 2023 mi sono trasferito nella Penisola Arabica, nel Vicariato Apostolico dell'Arabia Meridionale, che comprende gli Emirati Arabi Uniti, l'Oman e lo Yemen. La maggior parte dei cattolici in questi Paesi sono stranieri, soprattutto asiatici, ad esempio filippini e indiani. Anche in questi Paesi la libertà religiosa è limitata, ma - entro certi limiti - è possibile vivere la fede e ricevere i sacramenti.
La mia missione è in una zona piuttosto sensibile, dove la presenza istituzionale della Chiesa è resa possibile dalle Missionarie della Carità. Intorno alle loro case, i pochi cattolici e qualche altro cristiano vengono a partecipare alla Messa e a ricevere i sacramenti.
Sono passati cinquant'anni da quando Madre Teresa di Calcutta è arrivata per fondare l'"Arabia Felix", come è conosciuto questo angolo della penisola arabica. Ha raccontato che qui si è resa conto della grandezza del sacerdozio, perché ha detto: "dopo centinaia di anni, quando è arrivato il sacerdote, è arrivato l'altare, è arrivato il tabernacolo ed è arrivato Gesù", in quest'ordine. E, per questo motivo, fu l'unica condizione che pose alle autorità civili: “Sono disposta a portare le suore se ci danno il permesso di far venire un sacerdote con loro”.
L'esperienza in India e in Arabia ha ampliato la prospettiva del mio ministero sacerdotale, sia per la ricchezza culturale di questi luoghi - così spesso trascurati dal colonialismo culturale dell'Occidente - sia per il pellegrinaggio dei cristiani in queste terre.
don Alejandro Díaz Ventura
(Santa Croce, Primo ciclo de Teologia, 2005-2008)
In spagnolo
Después de seis años de misión en Calcuta (India), a finales de 2023 me he trasladado a la península de Arabia, en el Vicariato Apostólico de Arabia Meridional, que incluye Emiratos Arabes Unidos, Omán y Yemen.
La mayoría de los católicos de estos países son extranjeros, procedentes especialmente de Asia, como por ejemplo de Filipinas e India. Asimismo, en estos países, la libertad religiosa es limitada, pero –dentro de los limites determinados– se puede vivir la fe, y recibir los sacramentos.
Mi misión se encuentra en una zona bastante delicada, donde la presencia institucional de la Iglesia es posible gracias a las Misioneras de la Caridad. En torno a sus hogares, acuden los pocos católicos y algunos otros cristianos para poder participar en la Misa y recibir los sacramentos.
Hace ahora cincuenta años que Madre Teresa de Calcuta llegó para fundar en estas tierras de la “Felix Arabia”, como se conoce a este rincón de la península arábica. Ella contaba que aquí se percató de la grandeza del sacerdocio, ya que decía: “después de cientos de años, cuando llegó el sacerdote, llegó el altar, llegó el Sagrario y llegó Jesús”, en este orden. Y, por eso, fue la única condición que puso a las autoridades civiles: “estoy dispuesta a traer las hermanas, si nos dan permiso para que un sacerdote venga con ellas.”
La experiencia en India y en Arabia me ha hecho engrandecer la perspectiva de mi ministerio sacerdotal, tanto por la riqueza cultural de estos lugares –tantas veces desapercibidos por el colonialismo cultural de Occidente– como por el peregrinar de los cristianos en estas tierras.
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