Giornata dei Dottorandi 2024 con il prof. Jaime Nubiola; nel pomeriggio seminario con i professori
Sono stati circa un centinaio gli studenti che hanno partecipato, giovedì 24 ottobre, alla Giornata dei Dottorandi 2024. È stata un'occasione per nutrire la propria sete di conoscenza e confrontarsi con i grandi maestri del pensiero. Come ha sottolineato nell'introduzione Alina Maria Balaj, dottoranda della Facoltà di Comunicazione, "questo evento rappresenta un prezioso momento di scambio e crescita".
Nel suo saluto, il Rettore Magnifico Fernando Puig, ha invitato i giovani ricercatori a intraprendere un affascinante viaggio alla scoperta dei maestri. Con tre semplici ma profonde indicazioni, ha tracciato una mappa per orientarsi nel complesso mondo della ricerca: l'umiltà, la trasmissione del sapere e il valore del silenzio. "Il silenzio favorisce l'attività intellettuale di mente e cuore", ha affermato il Rettore, invitando i dottorandi a ricercare un'oasi di tranquillità per approfondire le proprie riflessioni.
Il prof. Jordi Pujol ha poi introdotto il relatore principale della Giornata: Jaime Nubiola, professore di Filosofia che ha raggiunto recentemente l’emeritato dopo decenni di fruttuoso insegnamento all’Università di Navarra. Pujol ha ricordato una sua visita all’ufficio del prof. Nubiola, a Pamplona, “un ufficio pieno di libri… e di ricordi della gratitudine di tanti studenti. Perché i veri maestri non sono cervelli ambulanti, ma professori che sanno accompagnare i propri allievi con il calore dell’amicizia”.
La successiva lectio magistralis del professor Nubiola è stata un vero e proprio inno alla vita intellettuale. Con la sua consueta passione, il filosofo ha invitato i dottorandi a immergersi nei piaceri della conoscenza, sottolineando l'importanza di mantenere viva la curiosità e la voglia di apprendere. Ricorrendo alle parole di grandi pensatori del passato e del presente, il professor Nubiola ha tracciato un percorso stimolante per i giovani ricercatori, invitandoli a fare della ricerca una pratica radicata nella vita quotidiana e a coltivare una ricca interiorità. "Riflessione, espressione, cuore": queste sono le tre parole chiave che, secondo il professor Nubiola, dovrebbero guidare ogni intellettuale. Leggere, pensare, scrivere: ecco gli strumenti indispensabili per dare forma ai propri pensieri e condividere le proprie scoperte con gli altri. E proprio ai dottorandi, il professor Nubiola si è rivolto con un invito appassionato: "Voi siete degli scrittori! Per voi, scrivere è come respirare".
Successivamente, in un cordiale colloquio, i dottorandi hanno condiviso le loro preoccupazioni, i loro dubbi e i loro interessi.
A seguire, due tavole rotonde. Una su I primi passi del dottorato, coordinata dai proff. José María Díaz, Kenny Ang e Jaime Moya, l'altra su Il processo di scrittura della tesi, coordinata dai proff. Gema Bellido, Gonzalo de la Morena e Claudio Tagliapietra in cui si sono sviluppati diversi temi: la scelta dell'argomento e la redazione del progetto, l'organizzazione del materiale e il superamento dei momenti di blocco nella redazione, la gestione del tempo e la relazione con il proprio relatore.
La vicinanza dei docenti, tutti giovani, è stata gradita dagli studenti, che si sono sentiti ben compresi nelle loro preoccupazioni e difficoltà.
Alla fine della giornata, molti dei partecipanti si sono trovati per pranzare insieme e continuare così con una delle principali finalità dell'iniziativa: “fare comunità accademica” per essere sostenuti nel personale lavoro di ricerca.
Santiago Vigo Ferrera
Nel pomeriggio, sempre il prof. Nubiola ha tenuto un seminario per professori dal titolo Anima di professore, il mestiere più bello al mondo. Un colloquio sul mestiere di professore universitario a cui hanno partecipato docenti, assistenti, ricercatori e anche alcuni studenti. Per l'occasione lo abbiamo intervistato.
Durante l'intervista, il professor Nubiola ha riflettuto sull'importanza dell'insegnamento nelle università moderne. Ha evidenziato che un docente "non è solo qualcuno che conosce una materia, ma deve essere impegnato ad apprendere come trasmettere quei contenuti e, soprattutto, come essere un esempio, oggi si direbbe un referente, per i suoi studenti". Per il cattedratico spagnolo, l'insegnamento deve essere visto come un'opera d'arte, in cui il docente coltiva la propria vitalità interiore e impara a comunicarla agli altri. "La sua vita deve essere come un'opera d'arte, della migliore arte che ciascuno sia capace di esprimere".
Riguardo alla crisi delle università, il docente ha sottolineato come stiano perdendo prestigio a livello globale, con i giovani che si chiedono sempre più spesso: "A cosa serve fare una carriera universitaria?" Secondo Nubiola, la soluzione risiede nella cura del corpo docente, spesso invecchiato e sottopagato, e nella necessità di ripensare la carriera accademica. Per risolvere questa crisi, ha quindi insistito sull'importanza di una leadership chiara da parte dei rettori, che devono avere una visione precisa delle priorità: "le università devono tornare a essere luoghi di studio dove gli studenti apprendono".
Nubiola ha concluso con un pensiero sulla trasformazione dell'istruzione superiore, che deve partire dai docenti: "La trasformazione dell'università passa attraverso la trasformazione del corpo docente: professori entusiasti della propria materia e desiderosi di far sì che i loro studenti vadano oltre ciò che loro stessi hanno raggiunto".