Il Decalogo, uno dei pilastri delle Scritture, ha influenzato la morale, la spiritualità e la teologia sia della tradizione ebraica che di quella cristiana, è stato il fulcro di un confronto arricchito dalle riflessioni di docenti provenienti da Italia, Argentina e Terra Santa, sia di fede ebraica che cristiana. Le lezioni, in lingua inglese, si tsono svolte presso la sede dell'Università.
Tra i relatori, Ariel Stofenmacher ha presentato l’interpretazione ebraica della Bibbia, fornendo un quadro storico e culturale essenziale per comprendere il contesto di nascita del Decalogo. Gli ha fatto seguito Silvina Chemen con una riflessione sull'Esodo e l'incontro tra il popolo ebraico e Dio, mentre Iranzu Galdeano ha mostrato il significato della Pentecoste per il cristianesimo e il suo legame con i Dieci Comandamenti. Filippo Serafini ha analizzato la struttura del Decalogo, spiegando la divisione in due tavole e i principi fondamentali in esse contenuti. Stephen Metzger ha condotto una visita alla Biblioteca Vaticana, illustrandone i tesori storici, mentre Jaime Moya ha discusso l'influenza del Decalogo sulla morale cristiana. Filippo Belli ha approfondito il dialogo tra Israele, la sua Legge e il Vangelo, e Joseph Levy ha esplorato l'accoglienza della Legge da parte del popolo ebraico. Infine, Giulio Michelini ha riflettuto sul rapporto tra Gesù e il Decalogo nel Vangelo di Matteo, e Adolfo Roitman ha offerto una panoramica sul contesto intertestamentario e rabbinico in cui il Decalogo è stato rielaborato nel corso dei secoli.
Venerdì 1 novembre, agli interessati è stata offerta una visita guidata alla Sinagoga di Roma e al Museo Ebraico, con la possibilità di partecipare alle preghiere dello Shabbat e alla cena nel ghetto ebraico.
Il 7 novembre, (ore 15 - Aula Magna Giovanni Paolo II), l'ultima giornata del Corso è stata dedicata ad una Sessione aperta al pubblico dal titolo Early Christianity in the Light of the Dead Sea Scrolls. Gli esperti Adolfo D. Roitman, professore di Storia all'Università di Buenos Aires e Curatore Emerito del Museo d'Israele e Joseph Sievers, insegnante di Storia e Letteratura ebraica del periodo ellenistico presso il Pontificio Istituto Biblico e scrittore, si sono confrontati sul contributo che i manoscritti di Qumran hanno dato alla nostra conoscenza del mondo di Gesù e dei suoi primi discepoli.
Programma completo del Corso